Ester Grossi

Nata nel 1981 ad Avezzano (AQ). Vive e lavora a Bologna.

La ricerca espressiva, per Ester Grossi, è intesa come libera contaminazione di moduli compositi e figurali che, a partire da temi o suggestioni, riesce ad amalgamare la commistione ricercatamente banalizzante dei mezzi espressivi con la natura volutamente concettuale dei temi affrontati.
Ester Grossi dà avvio a dei veri e propri rinvii intertestuali che rigenerano lo statuto dell’immagine facendola entrare in una nuova forma simbolica che produce una “suspense” non narrativa, ma metaforica.
Per l’ideazione dell’immagine/logo dell’etichetta del Gutturnio Superiore, l’artista ha preso spunto da alcuni affreschi romani raffiguranti scene conviviali di banchetti. Il Gutturnio, infatti, deve il suo nome al Gutturnium, la coppa d’argento nella quale i romani versavano il vino durante le loro feste. Dalla rielaborazione dell’immagine bidimensionale dell’antico romano, con Gutturnium e pipa tra le mani, l’artista ha sviluppato un logo, richiamante un contemporaneo amante del vino, il cui gesto del fumare la pipa rossa rimanda alla raccolta delle uve Bonarda e Barbera, da cui deriva il suddetto vino.

Ester Grossi, etichetta Gutturnio Superiore (acrilico su lino, 45X35, 2015)

Vino Gutturnio DOC
Il Gotturnio è un vino DOC la cui produzione è consentita nella Provincia di Piacenza ed è ottenuto da vitigni Barbera e Croatina. È il capostipite dei vini rossi piacentini. Nel 1967 il Gutturnio è stato tra i primi dieci vini italiani (e il primo vino piacentino) a ricevere la denominazione d’origine controllata DOC. Caratteristiche organolettiche di questo vino sono: il colore rosso rubino brillante di varia intensità, l’odore vinoso e caratteristico e il sapore secco o boccato, fresco, giovane, vivace. Questo vino nasce in epoca romana da una ricetta inventata dal suocero di Giulio Cesare, Lucio Carpunio Pisone la cui madre era di origini piacentine. Il nome Gutturnio deriva da gutturnium, una grande coppa d’argento rinvenuta nel 1878 a Velleia. Si tratta di una coppa di circa due litri. Il gutturnium veniva utilizzato al termine della cena. Riempito di vino, veniva passato di mano in mano tra i commensali per bervi a turno come simbolo di fraternità e amicizia. Da un passato più recente deriva invece la tradizione che prevede che il Gutturnio non venga bevuto in bicchiere ma all’interno di ciotole bianche di ceramica.

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