Stefano Fioresi

Nato nel 1965 a Modena, dove vive e lavora.

Nella rilettura dei grandi artisti del Rinascimento Stefano Fioresi si riappropria di immagini mitiche del passato, come la Venere del Botticelli, e attraverso un raffinato gioco di elaborazione digitale, trasforma la rappresentazione in una sintetica maschera bicromatica.
Avvalendosi di un linguaggio di matrice pop, che si rifà anche alla dimensione sintetica del fumetto americano, Fioresi realizza immagini prevalentemente in bianco e nero, che sottolineano gli aspetti plastici e volumetrici dei soggetti.
Tuttavia il rigore di questa fedele lettura delle forme si mescola all’arbitrio dei codici cromatici proposti da Fioresi, con l’aiuto di una scrittura pittoricamente allusiva che contrappone al b/n dei personaggi, sinonimo di fissità e storicità, il colore dello sfondo per traslare in icona pop contemporanea la stessa Nascita di Venere.
In quest’opera, anziché sulla valva di una conchiglia, Venere sembra fluttuare sulla sagoma di un tortellino, la cui ripetizione a colori fa da sfondo a tutta l’opera, in riferimento alla leggenda che narra la genesi del tortellino dalla forma dell’ombelico di Venere, sorpresa in abiti discinti da un locandiere.

Stefano Fioresi

Tortellino di Bologna
Il nome di tortellino (in bolognese turtléin, in modenese turtlèin) deriva dal diminutivo di tortello, dall’italiano torta. L’odierno tortellino è verosimilmente l’erede relativamente recente di una lunga progenie nata in un ambiente povero per “riciclare” la carne avanzata dalla tavola dei nobili ricchi. Sull’origine di questo piatto esistono diverse leggende. Una tra queste fa nascere questo piatto a Castelfranco d’Emilia a opera del proprietario della locanda Corona, il quale, sbirciando dal buco della serratura della stanza di una nobildonna sua ospite e rimasto tanto colpito dalla bellezza del suo ombelico, volle riprodurlo in una preparazione culinaria. Un’altra variante della storia trae spunto dalla “Secchia Rapita” del Tassoni e racconta di come ai quei tempi, una sera Venere, Bacco e Marte trovarono ristoro presso la locanda Corona. La mattina seguente, al risveglio, il locandiere sorprese Venere discinta e rimase tanto impressionato dalle sue splendide forme che tornato in cucina strappò un pezzo di sfoglia, lo riempì e ripiegò dandogli la forma dell’ombelico della dea. Il 7 dicembre 1974 la Confraternita del Tortellino e l’Accademia Italiana della cucina depositarono la ricetta del ripieno dei tortellini, che prescrive, dentro a una sfoglia di farina e uova, un ripieno preparato con lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella di Bologna, Parmigiano Reggiano, uova e noce moscata.

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